Didoo

Architettura dell’informazione

Ho appena finito di leggere il libro “Architettura dell’informazione” di Luca Rosati e lo consiglio caldamente a chiunque oggi abbia a che fare non solo con il mondo dell’informatica ma più in generale con il mondo dell’informazione. Con “gli altri” insomma, non solo con sè stesso.
Mi sarebbe piaciuto riportare alcune frasi significative, ma tutto il libro lo è, quindi lascio a chi è interessato il compito di trovarle.
La cosa che più mi ha colpito è che vi ho ritrovato nero su bianco molte delle riflessioni che occupano i miei pensieri in questo periodo, dal “passaggio da prodotto a servizio” alla ricchezza di vedute per chi sa “accogliere la complessità” senza ridurla a mera somma di piccole semplicità, per arrivare alla conclusione che in fondo l’IA si occupa di “dare un nome e un senso alle cose”, niente di più niente di meno (ricordo ai meno avvezzi che nella bibbia la creazione divina avviene appunto dando un nome alle cose).

Update: ho avuto uno scambio di email con Luca, e mi ha chiesto di riportarne il testo in modo da poterlo linkare. Eccolo:
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Ciao Luca
ieri sera ho finito di leggere il tuo libro “Architettura dell’informazione” (l’ho anche regalato ad alcuni colleghi e clienti, spero gli faccia un gran bene) e volevo farti i complimenti, sia per come è scritto – molto piacevole da leggere – che per la chiarezza con cui hai trattato certi argomenti, sempre più di attualità (mi occupo di web & interaction design).

Nel caso possano interessarti, un paio di riflessioni a margine della lettura del tuo libro:

Pag. 2 / Design 3.0: “design come progettazione di un intero servizio/progetto”; su questo è un po’ che rifletto, e anch’io ho l’impressione che sia questo il nodo centrale delle esperienze-utenti al giorno d’oggi: non è più il singolo prodotto che acquista un valore, ma il servizio (l’ecosistema direi) attraverso il quale viene servito (“erogato”, per certi versi); sono sempre più convinto che oggi non compro una canzone su iTunes a 99 centesimi, ma compro il “servizio” canzone + iTunes Store + iTunes applicazione + Mac su cui è installato iTunes + iPhone su cui carico la canzone per ascoltarla.
Il “costo percepito” probabilmente non è più il valore della singola canzone (che volendo trovo gratis sulle reti di P2P) ma il valore dell’intera catena di “servizio” e di esperienza d’uso messa in piedi dalla Apple.
La riflessione deriva dal fatto che lavoro per il sito di un quotidiano nazionale, ilFoglio.it, che fa pagare un abbonamento per la lettura di articoli online, e mi sto battendo per far passare quest’idea, che non dobbiamo considerare il costo come “prezzo dell’abbonamento” ma “prezzo del servizio fornito”, perché in questo settore, in cui ci sono migliaia di siti che forniscono notizie gratuitamente, l’unico modo di differenziarsi è appunto aggiungere valore nel “servizio” — oltre ovviamente alla qualità dei pezzi e degli articoli, ma quello è scontato.

Pag. 131 / Lo spazio del Web: “il Web è spazio? La risposta non può che essere affermativa: il Web è spazio esistenziale”; forse ancor di più è “spazio esperienziale” nel senso che non solo le cose esistono nel Web, ma possiamo materialmente e tangibilmente sperimentarle, provare emozioni nel loro utilizzo o nella loro fruizione.

Citazioni letterarie: mi è sembrato strano che nel libro non venga mai citato “Moby Dick” di Melville, sia per le relazioni (e correlazioni) fra i personaggi e le storie (sono tutte storie dentro le storie dentro le storie…) ma soprattutto per l’eccezionale sforzo di classificazione delle specie di balene conosciute, al quale Melville dedica un intero meraviglioso capitolo, un caso scuola per chi si occupa sia di IA che di letteratura come te.
A questo proposito, sempre a tema Moby Dick, consiglio il piccolo libro “Un tentativo di balena” di Matteo Codignola (scheda dell’editore, una recensione) che è un vero gioiello.

Un’ultima cosa: proprio stamattina, cercando “la bottiglia di Klein” sono giunto su questo sito, del quale ti faccio notare il menu di navigazione a destra:
http://ulisse.sissa.it/controluce/
che trovo davvero molto ben congegnato e soprattutto un ottimo esempio di come andrebbe costruito un menu di navigazione, seguendo i consigli riportati nel tuo libro.

Per il momento ti saluto e ti auguro buon lavoro. Poi magari ci si incontrerà al prossimo Italian IASummit.
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