Didoo

La donna esposta

Ieri e oggi, andando e tornando da Lugano, ho ascoltato l’audiolibro di “A ciascuno il suo” di Leonardo Sciascia (ogni volta che leggo un suo libro, mi sorprendo di quanto sia sempre attuale!) e ho trovato questo dialogo fulminante, che riporto:
Prof. Roscio: «[…] Ma mia nuora è molto bella, no?»
Laurana: «Molto bella.»
P.R.: «O forse molto donna, di quelle che quando io ero giovane si dicevano da letto» con distacco da intenditore quasi non parlasse della moglie di suo figlio, ora morto, e muovendo le mani a disegnarne il corpo disteso. «Credo che questa espressione ora non si usi più, la donna è caduta dal mistero dell’alcova e da quello dell’anima. E sa che penso? Che la chiesa cattolica stia registrando oggi il suo più grande trionfo: l’uomo odia finalmente la donna. Non c’era riuscita nemmeno nei secoli più grevi, più oscuri. C’è riuscita oggi. E forse un teologo direbbe che è stata un’astuzia della Provvidenza: l’uomo credeva, anche in fatto di erotismo, di correre sulla via maestra della libertà; e invece è finito in fondo all’antico sacco.»
L.: «Sì, forse… Benché mi pare che mai come oggi, nel mondo diciamo cristiano, il corpo della donna sia stato così esaltato, così esposto; e la stessa funzione di richiamo, di fascino, che la pubblicità commerciale assegna alla donna…» P.R.: «Lei ha detto una parola che contiene, in definitiva, l’essenza della questione: esposto, il corpo della donna è esposto. Esposto come un tempo restavano esposti gli impiccati… Giustizia è stata fatta, insomma… Ma sto parlando troppo, è meglio che mi riposi un poco.»
[Per informazione, il libro è del 1966. Si avete letto bene: 45 anni fa e sembra oggi!]

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