Di semplicità, perfezione e sottrazione
Ho trovato questi due articoli, che parlano entrambi di semplicità. Un tema che mi ha sempre colpito moltissimo. Dalle sculture di Alberto Giacometti alle leggi della semplicità di John Maeda, dall’autoritratto del periodo blu di Pablo Picasso (con la sua intenzionale imperfezione, altro tema che da solo meriterebbe anni di studi) all’equilibrio delle proporzioni in un rapporto aureo.
Nel primo articolo, Simplicity, si affronta il tema della semplicità e del suo rapporto con la perfezione, di cui dà una definizione molto bella: “Perfection is attaining the sort of completeness that would not benefit from either subtraction or addition” (di solito, mutuando da Saint-Exupéry, si dice “nulla da togliere”, ma effettivamente anche nulla da aggiungere: è un equilibrio statico perfetto).
Nel secondo articolo, Sterility v. Simplicity , invece si mette guarda dall’eccesso di semplicità, o dalla semplicità fine a sè stessa, cosa che porta alla semplificazione (ben diversa dalla semplicità!) se non addirittura alla sterilità, intesa come mancanza di originalità e personalità. E devo dire che spesso mi pongo questa domanda, se la mia presunta “semplicità” non sia in fondo altro che banalità o mancanza di idee (per ora non mi pare, ma nel caso vi prego ragazzi ditemelo che cambio mestiere…)