Come ho trovato lavoro a Londra
Visto che molti mi chiedono consigli su come trovare lavoro a Londra (in ambito IT, ovviamente) ho pensato che la cosa migliore fosse scrivere un post in cui raccontare la mia esperienza, che evidentemente non vuole essere un vademecum ma solo un semplice resoconto di cosa è successo a me, personalmente.
Prima di iniziare, due premesse necessarie:
- se stai cercando lavoro come muratore, cameriere, medico chirurgo, pubblicitario, impiegato bancario, trapezista o qualsiasi altra cosa che non abbia a che fare con il web e l’informatica, questo post non fa per te, non perdere tempo a leggerlo: la mia esperienza si basa sul settore IT* e quindi non saprei come esserti utile
- se non hai voglia di leggerti tutta la storia, ma vuoi solo alcuni link da cui partire, vai direttamente alla sezione dedicata.
Ora possiamo cominciare. Tenete conto che non sempre andrò in ordine logico: proverò a raccontare i diversi aspetti della mia esperienza così come me li ricordo (sembra passata una vita, e son passati poco più di due mesi).
* il settore IT in questo momento storico è in una posizione un po’ particolare (e privilegiata) rispetto agli altri ambiti lavorativi, essendo la domanda enormemente più grande dell’offerta (e dove il “prodotto” siamo noi)
Pre-requisiti per trovare un lavoro (decente)
Se pensate di cercare un impiego senza un curriculum in inglese, con un sito/blog/portfolio tirato insieme come capita, e una pagina LinkedIn (o Stackoverflow/Behance/Dribble/whatever) essenzialmente vuota, state sbagliando di grosso: è importante, direi fondamentale, il come vi presentate. Non è questione di “abbellire” o di infiocchettare qualcosa. E’ questione che state per chiedere a qualcuno di dedicare del tempo per valutare la vostra figura professionale (e personale) e se non vi degnate di dedicare voi per primi del tempo a fare questo lavoro (che è noioso e pesante e difficile, lo so, ci ho messo in tutto almeno una settimana fra curriculum in inglese, pagina LinkedIn e portfolio dei miei lavori) allora ripeto siete sulla cattiva strada. Per ricevere, prima occorre sempre dare qualcosa. E dai riscontri che ho avuto durante le interview, questo è stato un elemento importante nel farmi prendere in considerazione come possibile candidato per un lavoro.
Alcuni suppongo avranno il “problema” dell’inglese. Beh, in un modo o nell’altro questa cosa va affrontata. Fatevi dei corsi (so per certo che professionisti del nostro settore hanno cominciato a farli, a loro spese, pur di imparare a parlare in inglese: chapeau!), guardatevi i film in inglese, fate delle trasferte in UK per imparare almeno a comunicare, mettetevi in ogni caso in una no-comfort zone linguistica altrimenti non ne verrete mai a capo. Domanda: ma è strettamente necessario, per trovare lavoro? Risposta: non è obbligatorio, ma pensi di essere in grado di sostenere colloqui che durano un paio d’ore senza riuscire a farti capire o capire cosa ti chiedono? A me è successo, con uno degli intervistatori che era di origine irlandese e aveva un accento spiccato, per cui capivo il 10% di ciò che mi diceva, e vi assicuro che non è stata una bella esperienza (e infatti il colloquio è andato male).
Quindi, ricapitolando, la prime cose da fare sono:
- preparare un curriculum in inglese, fatto per bene, in cui raccontare chi siete, cosa fate, che esperienze lavorative avete avuto (magari tralasciando che nel ’96 avete fatto il tecnico di laboratorio informatico o cotto salamine alla festa dell’Unità) e che competenze e skill possedete;
- aggiornare il proprio sito web personale, con tanto di descrizione di chi siete e cosa fate (evitate incongruenze fra il sito e il CV e la pagina Linkedin, magari), presentazione dei vostri lavori, possibilmente inserendo screenshot e immagini di cosa avete realizzato, e tutto quello che vi viene in mente possa darvi una mano a “mettervi in mostra” (cum grano salis, ovviamente)
- aggiornare la propria pagina LinkedIn, magari prendendo come contenuti quelli del CV e del sito web personale, sia perché sono già pronti e risparmiate tempo, ma soprattutto perché così sono allineati e coerenti.
- trovare il modo di parlare in inglese (so che lo leggete, che lo capite, ecc. ma parlare è un’altra cosa) per togliere un po’ di ruggine dai meccanismi e dagli ingranaggi del cervello, ed essere più sciolti durante i colloqui con altre persone (siano essi recruiter esterni o intervistatori dell’azienda stessa)
Dove cercarlo? Andare a Londra o farlo dall’Italia?
Mi avevano detto che i recruiter e le aziende non chiamano se vedono un numero non-UK, ma la mia impressione e esperienza è che non sia così, anzi non gli interessa affatto. Quindi se volete potete iniziare a cercare lavoro dall’Italia, mandando curriculum ad agenzie, recruiter e portali, e effettuando i primi colloqui da lì. Poi però in un modo o nell’altro dovrete venire qui a fare il secondo giro di interview, quindi in un modo o nell’altro un aereo lo dovrete prendere (non fosse altro che per venire a lavorare qui, o ho capito male che volete venire a Londra?)
Però devo dire che se avete anche solo la minima possibilità di venire a cercarlo da qui (prendendovi anche solo una settimana di tempo) la differenza è notevole: in un colpo solo potete cominciare a parlare inglese con altre persone, potete fissare appuntamenti e interviste da un giorno con l’altro, e potete sfruttare gli spazi di coworking per fare conoscenza con altri professionisti (il classico networking) e magari trovare direttamente il lavoro che cercate su una bacheca appesa al muro.
In questo senso consiglio di appoggiarsi al Google Campus, che è in pieno centro a Londra, non ha costi di ingresso (occorre semplicemente registrarsi online), offre una cafeteria con corrente e wi-fi gratuiti e illimitati, ed è frequentatissima da startupper e altra gente che cerca o offre lavoro.
Tenete conto che il costo della vita non è così pazzesco come dicono, si tratta di adattarsi: per cui potete prendere un aereo Ryanair con 100€, andare a dormire in una stanza trovata su Airbnb a 50€ a notte o anche meno, mangiare con 6£ da M&S, Wasabi, Chillango, Chopped o uno qualsiasi delle migliaia di posti che offrono da mangiare con poche sterline. Costano un po’ i trasporti, vabbè, ma si può anche camminare e intanto ammirare i meravigliosi grattacieli di Londra!
Quindi pensateci bene: è OK cercare lavoro dall’Italia, ma se potete farlo da qui è un’opportunità da non sottovalutare, che rende tutto più “efficace” e immediato.
Portali di ricerca lavoro
Il primo passo che si fa quando si ha il curriculum pronto, è caricarlo su uno degli innumerevoli portali di incontro domanda/offerta di lavoro (vedi link utili di seguito). Cosa che anche io ho fatto, con il risultato di trovarmi sommerso di richieste di contatto da parte di innumerevoli recruiter, tutti disponibilissimi e pronti a offrire mille posti di lavoro. La realtà è che questi portali non sono frequentati dalle aziende, ma sono territorio di caccia esclusivo dei recruiter. Ma soprattutto – almeno questa è la conclusione a cui sono giunto io – che lo scopo ultimo dei recruiter non è trovare un lavoro a te ma avere il tuo curriculum, possibilmente scritto come vogliono loro con le buzzword che ti indicano loro, per poterlo inviare a chi gli ha commissionato la ricerca di personale, assime ad altri N con cui andare a riempire il loro bel malloppino e dimostrare che hanno fatto il loro lavoro.
Insomma, prima ti promettono mari e monti, poi non appena hanno il tuo curriculum in mano e il permesso di sottoporlo alle aziende, spariscono e non si fanno più vivi. Con alcuni ci ho anche litigato, perché evidentemente non avevano mai nemmeno letto il mio curriculum, e mi sottoponevano possibili posizioni che nulla avevano a che fare con il lavoro che stavo cercando.
Non voglio però generalizzare, magari sarà stata la mia esperienza, però bene o male ho avuto a che fare con una decina di recruiter, e alla fine seppur con diversi livelli di professionalità, bene o male tutti mi hanno fatto più perdere tempo che altro.
E quindi, direte voi, portali generalisti e recruiter sarebbero da evitare e passare direttamente ad altri canali (vedi sotto)? Non lo so, credo che in ogni caso mi siano serviti molto, per capire un po’ che domande ti fanno, quali cose sono importanti da sapere, quali sono gli stipendi mediamente offerti per una certa posizione ed esperienza lavorativa, e perché no anche per parlare un po’ di inglese al telefono (e cominciare a togliere un po’ di ruggine, prima dei colloqui veri con le aziende).
Board specializzate di ricerca professionisti
Nella mia ricerca di un lavoro, un ruolo importante l’hanno avuto le job-board specializzate usate dalle aziende per segnalare le proprie posizioni aperte e cercare professionisti di un certo livello specializzati nel loro settore (molte di quelle riportate di seguito sono orientate a lavori per designer, ma immagino ne esistano di equivalenti per developer e simili).
Queste board mi hanno permesso di:
- andare direttamente sulle aziende (e by-passare i recruiter visto che mi stavano facendo perdere un sacco di tempo senza portare a risultati concreti) e in un caso ad avere una proposta di interview con una di esse, che alla fine è andata anche molto bene.
- perdere meno tempo e trovare più facilmente lavori realmente interessanti: per pubblicare un annuncio su questi siti specializzati, le aziende pagano un sacco; vuol dire che stanno davvero cercando qualcuno per quella posizione e che sono disposte a pagare per trovarlo (e quindi anche che ne hanno fortemente bisogno, con tutto ciò che ne consegue)
- cercare lavori più simili a quelli che volevo io, sia per tipo di professionalità cercata (ux/ui designer o front-end developer) che per livello di competenza richiesto (normalmente, medio alto: vi si possono normalmente trovare posizioni per aziende del calibro di Foursquare, Zurb, Microsoft, Pandora/Ask.fm/Shazam, Lonely Planet/Tripadvisor/Booking.com, Shopify/Etsy, e ovviamente moltissimissime agency che lavorano per i più grossi nomi mondiali, sia in Europa che in America)
Ma soprattutto mi hanno fatto capire che bene o male tutte le aziende del nostro settore hanno almeno una pagina sul loro sito web (spesso davvero spettacolari) in cui riportano, con tanto di dettagli, le posizioni aperte presso di loro. E questo mi ha fatto fare il passo successivo, andando direttamente sulle aziende.
Agenzie web e aziende IT
Una volta realizzato che bene o male tutte le aziende con cui entravo in contatto avevano una pagina sul loro sito web in cui cercavano persone che andassero a lavorare per loro (e nella maggior parte dei casi, una o più posizioni facevano al caso mio) ho deciso che questa era la strada migliore: risalire la catena del processo e andare direttamente alla fonte. Ma il problema era: come le trovo, le aziende che mi interessano, non sapendo quali aziende ci sono a Londra? (mica cerchi su Google, “web agency a Londra”, sai che mare di risultati!).
E allora un po’ alla volta sono riuscito a trovare un mio metodo, prima usando la ricerca di LinkedIn, poi usando la rete sociale di Twitter: prendi una azienda che ti interessa, cercala su Twitter, guarda il suo stream (spesso segnala le posizioni aperte o ri-twitta quelle di altri), poi vai a vedere fra i followed/following altre aziende che ti ispirano oppure seguila e guarda le aziende simili che ti suggerisce Twitter, per ognuna di quelle nuove che hai trovato ripeti il processo. Vedrai che nel giro di poco ti troverai con decine e decine di agenzie e aziende che possono fare al caso tuo (e a quel punto come filtrarle/selezionarle? beh, in base al loro logo anziendale, se è bello, e al loro sito web, se è bello e mantenuto aggiornato).
Per ognuna di esse vai a vedere il loro sito web, cerca la pagina job/careers e guarda le posizioni aperte (il 90% cerca qualcuno). Se ci sono posizioni interessanti (e la maggior parte lo sono) scrivigli e contattale direttamente, inviando una email personalizzata* con allegato il curriculum e la cover letter di presentazione, anch’essa personalizzata.
Beh, direte voi, ma mica ti risponderanno così. Beh, sorpresa sorpresa, mica siamo in Italia. Qui per loro non sei un rompiballe che vuole andare a mangiare lo stipendio a sbafo: qui sei una potenziale risorsa per loro, un potenziale asset della loro azienda, e sono disposti eccome a conoscerti, parlare con te, valutarti e nel caso anche a farti una proposta. Specialmente se gli dici, come ho fatto io, che sarai lì a Londra nei prossimi giorni, e che se vogliono ci si può incontrare di persona per fare una chiacchierata. Il feedback che ho ricevuto con questo tipo di appoccio? “We have looked at your portfolio and we would definitely be interested in meeting you. Please let me know suitable date next week, when you are in London and I will arrange a meeting with our Creative Director and Head of Creative Technology”. Tradotta: sì, siamo assolutamente interessati, dicci quando possiamo vederci, che ti facciamo parlare con i massimi responsabili all’interno della nostra azienda.
E non stiamo parlando di piccole agenzie, ma di grosse agency di livello internazionale, che hanno mandato due o tre delle loro migliori figure professionali (gente il cui costo orario non oso nemmeno immaginare) a incontrare uno sconosciuto che veniva dall’Italia, perché gli era piaciuto il suo portfolio lavori e volevano conoscerlo meglio. Non so se rendo l’idea della distanza abissale fra questo tipo mercato del lavoro e quello italiano. Perché alla fine è di quello che stiamo parlando: lavoro e mercato, domanda e offerta, risorse e commodity, remunerazione e responsabilità.
* nello scrivere le email che userete per candidarvi a una posizione lavorativa evitate di fare un semplice copia&incolla delle precedenti, ma per ognuna sforzatevi di strutturare il testo di presentazione sulla base dell’azienda con cui avete a che fare e del vostro potenziale interlocutore (l’email è un generico jobs@ oppure quello di una persona? giusto per fare un esempio). Sì lo so è uno sbattimento fare così, sembra una perdita di tempo inutile (chi vuoi che lo noti se una email è scritta bene o male?). Beh, vale quanto sopra: state chiedendo a qualcuno di perdere tempo a leggere la vostra email e il vostro CV, e voi non vi sprecate a scrivere una email che non sia una banale e generica presentazione che chiunque altro potrebbe fare? per non parlare poi di dimostrare di essere un gradino sopra agli altri, di prendere in seria considerazione il lavoro che vi stanno offrendo, che siete molto interessati a quel posto, ecc. ecc. Ve lo assicuro per esperienza personale e diretta: fa eccome la differenza. Poi vedete voi.
Interview e colloqui
Ok, avete finalmente raggiunto l’agognato obbiettivo: vi hanno fissato una interview con una azienda (magari dopo aver passato uno o due colloqui di preselezione, giusto per capire che non siete degli squilibrati e che sapete realmente ciò di cui state dicendo essere esperti). E adesso, che succede? Beh, qui entriamo nel caso personale, nel senso che dipende da persona a persona, da che tipo di colloqui sta facendo, per quale posizione, con che livello, ecc. e dipende anche dall’azienda presso cui si sta facendo il colloquio (so di interview durate quasi 5 ore, a me è andata bene, in un range fra l’ora e le due ore e mezza), e da tanti altri fattori.
Quello che posso dirvi che ho notato io, nella mia brevissima esperienza (sono stato fortunato, e ho trovato il lavoro che mi piaceva quasi subito) è questo:
- sono molto selettivi: stanno scegliendo qualcuno su cui poi faranno affidamento, a cui verranno affidate responsabilità, più o meno grandi; stanno scegliendo un nuovo membro della “famiglia”, non un semplice dipendente (potreste essere un elemento che, pur bravo, rompe l’armonia che esiste fra le persone, oppure che non lavora in squadra, ecc. ecc.)
- sono molto alla mano: come detto sopra, non si fanno problemi a mandare i loro “uomini migliori” ad incontrarvi, ed anche il colloquio che avviene è tutto fuorché formale: si è tra professionisti, e si parla di cio che uno sa fare, in cosa è più portato, come potrebbe lavorare per loro, ecc. ecc.
- cercano davvero di capire chi siete e cosa sapete fare: gli interessate veramente, nonè solo cortesia o formalità, fanno domande intelligenti, puntuali, competenti, ma soprattutto vi chiedono cosa volete voi, non vi parlano solo di cosa vogliono (o pretendono) loro
- più di una volta mi è capitato che mi domandassero cosa ne pensavo delle startup e quale atteggiamento avevo rispetto ai processi di lavoro e alle logiche che adottano (per capire se andavo bene in quel contesto)
Non credo di poter avere molti altri consigli da dare, se non di cercare di essere il più trasparenti e il “sè stessi” possibile, sapere quale è il proprio valore e le proprie capacità e dimostrarle senza per questo vantare capacità o competenze che non si hanno. E anche se il groppo alla gola e l’emozione non fanno uscire la voce non importa: lo sanno benissimo (anche perché spesso ci sono passati anche loro prima di voi).
Link utili
E per ultimo, ecco l’elenco dei link che ho usato io per trovare lavoro. Non è minimamente esaustivo, rispetto alle possibilità che avete davanti a voi, ma è comunque un buon inizio. In bocca al lupo!
Portali di ricerca lavoro (frequentati soprattutto da recruiter):
https://www.cwjobs.co.uk
http://www.wearesource.co.uk/jobs
http://www.propellondon.com
http://www.reed.co.uk/jobs/
Recruiter di medio/alto livello:
http://www.digitalgurus.co.uk/
http://www.team-prime.com
http://www.dynamicnewalliances.com
http://www.loveworkuk.co.uk
Board specializzate (per annunci di lavoro di un certo livello):
http://www.authenticjobs.com/#types=1&location=London
http://www.ycn.org/opportunities
http://www.zurb.com/jobs
http://dribbble.com/jobs
http://www.krop.com/
http://somewherehq.com
http://www.3-beards.com/jobs
http://www.builtinlondon.co/babelverse
http://jobs.smashingmagazine.com/?search=London
http://www.simplyhired.co.uk/a/jobs/list/l-london
http://jobs.indexventures.com/careers_home.php
http://jobs.forward.co.uk/vacancies/
Comparazioni sugli stipendi (da prendere con le molle):
http://www.indeed.com/salary
In conclusione
Vi lascio con questa fotografia, che ho scattato un giorno, passando davanti a una agency a Shoreditch: penso che dica più di mille parole.
Update: qui il resoconto dei primi 6 mesi e qui quello del primo anno.